Walden News
12 subscribers
6 links
Canale ufficiale del Centro Guide Walden . Rimani aggiornato su iniziative e articoli di centroguidewalden.com .
Download Telegram
Channel created
Alle origini dello sviluppo sostenibile: genesi e dimensione internazionale del Parco Nazionale d’Abruzzo – Walden – Centro Guide Ambientali
http://www.centroguidewalden.com/parco-nazionale-abruzzo/
Accorciamo le “unghie” alla Mano di Zio Plat – Walden – Centro Guide Ambientali
http://www.centroguidewalden.com/accorciamo-le-unghie-alla-mano-di-zio-plat/
<pre class="wp-block-preformatted">di Marzia Macciocchi - Psicologa e Psicoterapeuta -</pre>In questi mesi stiamo assistendo a cambiamenti improvvisi (e in molti casi indesiderati) delle nostre abituali condizioni di vita.
Prima della pandemia ritmi scanditi e definiti da routine lavorativi e sociali stabili e tutto sommato prevedibili (anche se a volte troppo frenetici) ci garantivano un senso generale di sicurezza, protezione e fiducia verso il mondo circostante ed il futuro.
L’irruzione nei nostri stili di vita (e nelle nostre menti) del Covid 19 e le conseguenti restrizioni, indispensabili ad arginare la drammatica emergenza sanitaria, hanno innescato uno tsunami emotivo che sta impattando fortemente sul nostro equilibrio psico-fisico:
convivere costantemente con sentimenti molto spiacevoli come paura, angoscia, rabbia, tristezza può incidere notevolmente sulla qualità della vita e delle relazioni con gli altri.
Il virus rappresenta una minaccia concreta non solo per la nostra salute fisica, ma anche per quella mentale.
In questo momento la sofferenza psicologica è diffusa nell’intera popolazione e coinvolge maggiormente alcune categorie specifiche pensiamo, per esempio, agli operatori sanitari, agli anziani, alle donne, ai bambini e agli adolescenti, alle persone con pregresse fragilità.
Nel mio lavoro clinico, in questo momento critico prima d’ora sconosciuto, sto condividendo con i miei analizzandi stupore verso un mondo che non è più quello che conoscevamo, emozioni destabilizzanti come la paura e sentimenti drammatici come la perdita. Contemporaneamente però sto notando con piacere la possibilità, per alcuni, di poter recuperare o sperimentare aspetti di sé positivi e/o nuovi, per esempio passare più
tempo di qualità con le persone care o intraprendere un progetto che non si aveva avuto mai il tempo di iniziare.
Credo che, attualmente, ognuno di noi abbia più che mai il bisogno di trovare nuovi equilibri, con se stesso e con gli altri, allo scopo di adattarsi al meglio ai nuovi contesti e, perché no, contribuire positivamente a costruire insieme una società più umana.
In quest’ottica sembra indispensabile per gli esperti del settore e per gli enti (nazionali e territoriali), intercettare il disagio degli individui e rispondervi promuovendo iniziative di vario livello in favore del sostegno al benessere psico-fisico della collettività, in particolare modo, delle fasce più colpite dalle criticità del contesto attuale.
Da tempo, molti studi scientifici hanno dimostrato come il contatto protratto con la natura e l’attività fisica influiscano positivamente sul cervello e sull’animo degli umani. Immergersi e passeggiare nel bosco, per esempio, riduce la produzione di cortisolo “l’ormone dello
stress“; riduce sentimenti di preoccupazione e tristezza, incrementa capacità di concentrazione e memoria, aumenta l’autostima, la fiducia in se stessi e l’autocontrollo.
Senza contare i vantaggi legati alla socializzazione: per esempio pensiamo alle esperienze di cooperazione ed al senso di appartenenza che vengono stimolati dalle escursioni di gruppo.
La cultura giapponese, tradizionalmente attenta a valorizzare il legame tra umani e natura, ci offre un interessante modello di medicina alternativa: lo Shirin-Yoku ovvero “bagno nella foresta”. Lo Shirin-Yoku è una pratica sanitaria che consiste nell’immersione totale ed attiva in un ambiente naturale come un bosco o una foresta.
E’ dimostrato che questa attività, promossa dal governo giapponese e molto diffusa tra la popolazione, sia in grado di apportare grandi benefici alla salute psico-fisica per esempio rafforzando il sistema immunitario e riducendo drasticamente ansia, depressione e rabbia.
Si può ritenere quindi che effettuare regolarmente passeggiate nella natura, soprattutto se in compagnia, sia generalmente un buon modo per raggiungere un maggiore benessere sia fisico che mentale.
Ne “La vocazione di perdersi”, Franco Michieli scrive : << […] se non possiamo guardare la terra…
E’ da sempre chiamato in più modi in funzione della zona di provenienza e del dialetto locale:  olapi, imbiede, colubrina, crisolocano, farinello, imbiede,  mercorella, olaci, , sangià, spinaccio di monte, vercheinon, volaghe, volatre, vollari, zampa d’oca, la verdura del freddo, buon Enrico.Alcune spiegazioni di questi nomi sono davvero fantasiose:– verdura del freddo, l’attribuzione del nome è legata all’altitudine in cui crescono, aree prevalentemente innevate d’inverno. Questo spiega anche il nome tedesco dieiszichorie, cioè cicoria del ghiaccio, nonostante non appartengano alla famiglia della cicoria ma a quella degli spinaci;– zampa d’oca  deriva invece dalla caratteristica forma delle foglie, dal greco “chen” (= oca) e “pous” (= piede) oppure “podion” (= piccolo piede)– il nome scientifico invece bonus-henricus  è stato assegnato da Linneo per onorare Enrico IV, re di Navarra e poi di Francia (1589-1610), protettore dei botanici e dell’agricoltura. La leggenda narra che Enrico IV nel 1.600 fece entrare nel suo parco reale la popolazione affamata per raccogliere erbe selvatiche e per gratitudine il popolo diede il nome di “Buon Enrico”.– se le foglie vengono sfregate rimane attaccato alle dita un pulviscolo bianco da qui Farinello.La pianta che può raggiungere i 60 cm in altezza ha un aspetto per la maggior parte liscio, in alcune zone presenta dei peli viscidi, non urticanti.Cresce  prevalentemente nel cuore dell’Appennino Centrale, tra Lazio, Abruzzo e Molise ad un’altitudine che va dai 1.200 ai 2.000 metri s.l.m. in zone  dove pascolano le pecore, le quali concimano il terreno rendendolo ricco di azoto e nitrati, ben ospitale per la spontanea crescita di questa verdure dal sapore deciso e robusto.Il fatto di crescere in altura  ha indotto alcuni coltivatori del Nord Italia  in particolare in Veneto e Trentino  a impiantarne la coltivazione al di fuori del loro habitat originale; tuttavia, gli orapi rimangono ancora oggi un prodotto tipico a dimensione locale,Il giusto periodo per trovare e raccogliere gli orapi va da maggio a luglio ma alle quote più alte si trovano anche ad agosto.Per la conservazione è da tenere presente che si tratta di una pianta che cresce in quota, dove la neve d’inverno copre per un lungo periodo le piante  pertanto sopporta benissimo processi di conservazione come il congelamento.Anticamente gli orapi erano utilizzati per via delle loro proprietà come ricostituenti e prodotti depurativi e lassativi. Le foglie inoltre, se cotte con l’olio d’oliva, vengono utilizzate anche come impacchi contro piaghe e scottature.Grazie all’elevato contenuto di sali minerali (come iodio, zinco, potassio, rame, sodio, calcio e fosforo), di vitamine (come B1, B12 e C) e di altre preziose sostanze quali carotene, betacarotene, clorofilla e mucillagini, gli orapi vantano notevoli effetti benefici per  su diversi organi, apparati e funzioni (dal tono muscolare all’equilibrio intestinale, dal pancreas al sistema cardiocircolatorio).Sono considerati un ottimo ricostituente, antianemici, lassativi, emollienti, vermifughi e depurativi ma, a causa della presenza di acido ossalico, sono sconsigliati nella dieta di chi soffre di calcoli renali.La loro ricchezza di nutrienti è in grado di surrogare in maniera eccellente l’apporto nutritivo della carne che non sempre era presente nelle tavole di pastori e contadini.Le notevoli proprietà nutritive ed il caratteristico sapore sapido gradevole e deciso, con vaghi sentori piccanti, rendono gli orapi una delle specialità più prelibate della cucina tradizionale pastorale  e montanara abruzzese e molisana, da qui numerose ricette povere, che spaziano da sfiziosi primi piatti, sino a leggere insalate e gustosi contorni.Gli orapi vengono consumati anche crudi, in semplici insalate con sale e limone. Sono ottimi sia serviti da soli dopo essere stati lessati e ripassati in padella, sia in abbinamento ad altre verdure o legumi come i fagioli e tra le più rinomate combinazioni spicca la minestra…
Walden – Centro Guide Ambientali https://ift.tt/3dOu2Bx
Channel photo updated